I PRIMI CINEASTI

L'interesse dei Lumiere per il cinema era tutto rivolto alla visualizzazione del movimento, non al racconto: l'ormai storica sequenza - girata da Lumiere - del treno che arriva in stazione, in direzione degli spettatori, fece la loro fortuna (anche se Edison ebbe per primo l'idea dello sfruttamento commerciale di un'idea nata qualche anno prima, loro la portarono al gran pubblico). 

Quindi, mentre Edison e Lumiere consideravano le immagini in movimento come una pura curiosità scientifica (rifacendosi pure al fotofucile di Marey), Georges Melies, illusionista di professione, pensò di utilizzare la pellicola come nuovo mezzo espressivo divenendo in pochi anni il primo regista del cinema. Da illusionista, utilizzò il cinema come uno dei suoi tanti "strumenti magici", realizzando film più lunghi composti da varie sequenze dove utilizzava sovraimpressioni, variazioni di ripresa, inventando pure il colore, poichè dipingeva a mano i singoli fotogrammi.

Melies pensava che bisognasse inventare idee sempre nuove, come lui faceva con i suoi giochi, e da ciò nacquero film come Il lavaggio della luna, L'eruzione del Monte Pelee e L'incoronazione di re Edoardo VII.
Negli Stati Uniti, Edwin S. Porter con La vita di un pompiere americano (The Life of an american Fireman) e L'assalto al treno (The Great Train Robbery), iniziò a sperimentate nuove tecniche di ripresa. A lui si deve l'invenzione del montaggio in parallelo, cioè l'alternanza, in proiezione, delle immagini di due scene che si dovrebbero svolgere contemporaneamente. Egli inventò pure la tecnica della panoramica e della carrellata in verticale.

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