LE INQUADRATURE (3)

Parliamo della durata delle inquadrature. Cosa differenzia un buon film dalle nostre riprese amatoriali? Il film, il corto che vediamo in televisione è conciso, preciso nei tempi, non dice nulla di più di quello che è necessario dire, sia nelle inquadrature che nei dialoghi. E' essenziale. Ogni regista, anche i più grandi, registrano molto di più di quello che poi presentano nel montaggio definitivo. Regista e montatore creano il vero film, il film che noi vediamo. Giuseppe Tornatore ha portato, con poco successo, nelle sale italiane una prima versione più lunga di quella che ha poi vinto l'Oscar del suo "Nuovo Cinema Paradiso": quando è ritornato nelle sale ha invece ottenuto un grandissimo successo. Per inciso io preferisco la prima versione, ma il pubblico e Tornatore stesso hanno deciso in modo diverso.

I tempi delle inquadrature: non devono essere prolissi perchè una scena troppo lunga è noiosa e fa decadere l'attenzione del pubblico, e per pubblico intendo anche le poche o molte persone che guardano la proiezione del nostro corto. Analogamente lo stesso discorso può essere fatto per i dialoghi degli attori: va curato, oserei dire cesellato.

Un campo lungo e lunghissimo potrebbe durare 6-9 secondi, i primi piani ed i mezzi busti da 4 ad 8 secondi. Non esistono regole precise, tutto dipende dalle frasi dette, dai discorsi che vengono fatti, dalle espressioni visive che vogliamo presentare. E' importante che lo sceneggiatore aiuti il regista a creare un lavoro dinamico, non monotono, brioso, senza momenti morti, un buon lavoro non lascia tempo per pensare ad altro, tiene avvinghiati alle poltrone, crea intrecci, momenti di suspance e di conflitto, resenta un colpo di scena, una soluzione imprevista, semplice ma inaspettata. Sempre con ritmo.

Noi, comuni mortali videoamatori, dobbiamo conoscere tutto questo per rendere più interessanti e suggestive le nostre riprese.

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