ITALIA ANNI '60 - L'ORO DEL CINEMA ITALIANO   di Graziano Marraffa

STENO

Intorno ai capolavori, i re del box-office rimangono i film per le grandi platee, che proseguono inesorabili il cammino intrapreso a metà degli anni '50: in testa a tutti, pur essendo il cinema comico diventato "maturo" attraverso registi come Monicelli (" I soliti ignoti "-1958-; " La grande guerra "-1959-) e Comencini (" Tutti a casa "-1960-), troviamo le farse del grande Totò , tra le quali " Letto a tre piazze " (1960) di Steno , risulta essere il film più esilarante girato in coppia con Peppino De Filippo .
Tratto da un fatto di cronaca rielaborato dallo stesso Steno con Lucio Fulci (regista che passerà in breve tempo dalle parodie con Franchi e Ingrassia agli horror, divenendo un maestro del genere) è l'ennesima occasione per il personaggio di Totò (il reduce Antonio lo Cosimo ) di esprimere tutta la sua feroce anarchia verso la burocrazia che muove le direttive politiche del nostro paese.

In tempi ancora non sospetti, nel film si parla di morte presunta, bigamia, adulterio, concubinaggio, divorzio, parole che nel lessico dei protagonisti si trasformano cambiando inevitabilmente senso e valore, creando situazioni confuse e gag d'antologia (valga per tutte la sequenza della nottata trascorsa nel medesimo letto da Totò e Peppino , che nemmeno il buon Steno ebbe il coraggio di stoppare al punto prestabilito, talmente risultò perfetta l'intesa dei tempi comici d'entrambi).

Mela della discordia destinata ad essere letteralmente "pappata" dall'avvocato Vacchi (un viscidissimo Aroldo Tieri ) che ne diverrà terzo marito è la bella Nadia Gray (Amalia), in un ruolo per certi versi analogo a quello de " La dolce vita ", dove nel finale, per festeggiare l'appena ottenuto divorzio , si dilettava in uno scandaloso spogliarello accompagnata dalle note di " Patricia " (riferimento diretto alla ballerina Aichè Nanà e alla sua celebre, improvvisata performance al" Rugantino " di Roma ).

di Graziano Marraffa

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