CHI SIETE VENUTI A CERCARE? di Leonardo JATTARELLI

Cinque registi hanno ripreso i milioni di pellegrini in fila per l’addio al Papa Giovanni Paolo II .

UN DOCU-FILM dentro e dietro i chilometri di fede che hanno rigato, come le lacrime di milioni di fedeli, una Roma silenziosa, in preghiera, ovattata, irreale. La Roma città aperta al mondo dopo la morte di Papa Giovanni Paolo II, popolata da un esercito di individui che rispondevano, per l’ultima volta, all’interrogativo tante volte ripetuto dallo stesso Pontefice e ricordato, recentemente, anche da monsignor Comaschi: «Chi siete venuti a cercare?». La frase diventerà il titolo di una pellicola girata da cinque registi, Gabriele Muccino, Giulio Base, Fabrizio Costa, Umberto Marino e Giovanni Manuzzi, improvvisatisi reporter della macchina da presa per un progetto della Lux Vide di Ettore e Matilde Bernabei del quale ancora non si conosce la destinazione, se televisiva o cinematografica. Un taglio giornalistico e intimistico allo stesso tempo, «dieci ore di girato - spiega la produttrice - che risponderanno alle esigenze emotive degli autori accentuando la prospettiva narrativa del film».
Gabriele Muccino parla di effetto straniante davanti ad un muro di telecamere e macchine fotografiche: «Un assalto di “flash” alla salma del Papa che l’ha avvolto come un mantello di luce. Un eccesso di mediaticità che, in quella porzione di sagrato inquadrata dal mio obiettivo, ha nascosto le preghiere e esaltato le “zoomate”. Il filtro della macchina da presa frena l’emozione - continua il regista - dunque le immagini appariranno molto documentaristiche, quasi da cinegiornale in pellicola». Eppure c’è quel particolare, quel Vangelo sfogliato dal vento sulla bara del Pontefice, già diventato un’icona di queste giornate di addio: «E’ vero, ho provato una sensazione incredibile che ha accresciuto la consapevolezza di stare dentro ad un momento irripetibile, un evento al quale solo la Storia potrà dare una risposta». Poco più in là, in quella marea ordinata di folla che ritmava il nome di Giovanni Paolo II, si muoveva a fatica un altro regista del docu-film, Giulio Base. Ha ancora il fiatone dopo essersi fatto largo tra le migliaia di fedeli. Ci racconta: «Spero di essere riuscito ad imprimere sulla mia pellicola la spiritualità dell’evento. Perchè qui sono un credente tra milioni di credenti e perchè è facile e anche bello, in questi casi, perdere il controllo di sè. Ho scavato nella gente, ho cercato di rendere il suono di quel silenzio abissale rotto soltanto dal rumore della mia macchina da presa. I poliziotti piangevano ieri mattina e abbracciavano la gente, non c’erano più steccati. Con la macchina a mano - continua emozionato Base - mi sono inabissato dentro quel fiume umano, e ho filmato una stanchezza senza fine accettata col sorriso. Poi quella bara lontana che lentamente veniva inghiottita dal buio della Basilica. L’ultimo sguardo ad un grande uomo e ad un grande Papa».

IL MESSAGGERO di Roma - Sabato 9 Aprile 2005

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